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Arrestato il boss Matteo Messina Denaro, era latitante da 30 anni

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Finisce la lunga latitanza del boss di Cosa nostra

I carabinieri del Ros hanno arrestato la mattina di lunedì 16 gennaio a Palermo il boss mafioso Matteo Messina Denaro. Il capomafia di Castelvetrano era latitante dal 1993. L'ormai ex superlatitante è stato arrestato all'interno della clinica privata La Maddalena di Palermo dove, da quanto emerso, si recava periodicamente per sottoporsi a controlli. Secondo quanto si apprende il boss non ha opposto resistenza all'arresto: dopo il blitz è stato trasferito in una struttura segreta. L’inchiesta che ha portato alla cattura di Messina Denaro è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Chi è Matteo Messina Denaro

Nato a Castelvetrano il 26 aprile 1962, Matteo Messina Denaro è noto con i soprannomi di ‘U siccu‘ e ‘Diabolik’. Figlio del vecchio capomafia Francesco, storico alleato dei corleonesi, Messina Denaro era l'ultimo boss di rilievo ancora ricercato: una lunga latitanza come quella dei suoi alleati, Totò Riina e Bernardo Provenzano, catturati rispettivamente dopo 23 e 38 anni. Riconosciuto colpevole di associazione mafiosa a partire dal 1989, era diventato capomandamento di Castelvetrano e rappresentante della provincia di Trapani in Cosa nostra dopo la morte del padre nel 1998.

Messina Denaro è coinvolto nelle stragi del '92 in cui furono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte. Secondo gli investigatori sarebbe stato presente all'incontro voluto da Riina nell'ottobre del 1991 in cui fu deciso il piano. Messina Denaro ha avuto un ruolo anche nelle bombe del 1993 a Roma, Firenze e Milano, per le quali è stato processato e condannato all'ergastolo.

Il boss ha avuto il carcere a vita anche per una lunga serie di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio di un pentito di mafia sequestrato, strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia.

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